RECENSIONE DEL FILM: “Chiamatemi Francesco”
Febbraio 2016
Nel film “Chiamatemi Francesco” la figura del Papa viene descritta in modo molto umano e veritiero. E la sua vita prima della sua elezione, molto semplice e povero. Egli è nato in una famiglia di origini italiane, per l’esattezza piemontesi (il bisnonno Francesco è nativo di Montechiaro d’Asti mentre il nonno Giovanni Angelo era nato in località Portacomaro.
Attualmente vi vivono ancora alcuni parenti di Mario, funzionario delle ferrovie salpato nel 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna a Buenos Aires e di Regina Maria Sivori, una casalinga la cui famiglia paterna Rosa era originaria di Santa Giulia di Centaura, frazione collinare di Lavagna in provincia di Genova, mentre la nonna materna era originaria di Piana Crixia, in provincia di Savona e la nonna materna era originaria della frazione Teo di Cabella Ligure in provincia di Alessandria.
All’età di 21 anni, a causa di una grave forma di polmonite , gli viene asportata la parte superiore del polmone destro. A quell’epoca, infatti, malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti erano curate chirurgicamente per la scarsità di antibiotici. Anche per questo fatto i vaticanisti lo esclusero dalla lista dei papabili durante il conclave della sua elezione.
Perito chimico si è mantenuto per un certo periodo facendo le pulizie in una fabbrica e poi facendo anche il buttafuori in un locale malfamato di Córdoba. In base a quanto dichiarato dallo stesso, ha avuto anche una fidanzata prima di intraprendere la vita ecclesiastica.
Decide di entrare nel seminario di Villa Devoto e l’11 marzo 1958 comincia il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires per laurearsi in filosofia nel 1963. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e di Buenos Aires. Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a superiore provinciale dell’Argentina (dal 31 luglio 1973 al 1979) è rettore della Facoltà di teologia e filosofia a San Miguel. Nel 1979 partecipa al vertice della Celam (Consiglio episcopale latinoamericano) a Puebla ed è fra coloro che si oppongono decisamente alla teologia della liberazione, sostenendo la necessità che il continente latino-americano faccia i conti con la propria tradizione culturale e religiosa. Nel 1986 si reca in Germania per un periodo di studio alla con lo scopo di completare la tesi di dottorato, ma non consegue il titolo. Nel breve periodo tedesco Bergoglio ha modo di vedere e conoscere l’immagine votiva di Maria che scioglie i nodi, devozione che poi contribuirà a diffondere in Argentina. Ritornato in patria diventa direttore spirituale e confessore della chiesa della compagnia di Gesù di Cordoba.
Alcuni hanno sostenuto che la sua militanza nella campagna contro la legge abbia contribuito all’approvazione e da qualche membro della Chiesa argentina fu vista a posteriori come un errore strategico. Nel 2012 la Chiesa argentina espose le sue ragioni nel dibattito su modifiche al codice civile argentino che includevano la surrogazione di maternità e la fecondazione artificiale, ma evitando il linguaggio forte che le alienò consensi nel 2010.
Il difficile rapporto tra la Casa Rosada e Bergoglio iniziato già con la presidenza di Nestor Kirchner e’ proseguito con fasi alterne
fino all’elezione al soglio pontificio Tutta la sua vita è ben lontana
dall’immagine di chiesa che non si opponeva alla dittatura peronista. Invece lui si oppone in maniera concreta, anche mettendo a rischio la propria vita, nascondendo tutte le persone che potevano essere catturati. Questo suo senso personale di una giustizia uguale per tutti lo porta ad avere grosse crisi di coscienza come quando vengono uccisi due sacerdoti suoi amici . Addirittura va a dire messa a casa del dittatore argentino e gli chiede di aiutare tutte quelle persone che venivano rapite e finivano nel nulla, i desaparecidos. Grazie a questo suo intervento qualcuno di questi si ritrova libero di tornare a casa. Comunque lui in qualsiasi situazione si trova, cerca sempre di comportarsi come avrebbe fatto Gesù, dichiarando apertamente di stare dalla sua parte. Riesce anche a trascinare il vescovo suo malgrado in una disputa tra i ricchi potenti e il popolo veramente povero al quale volevano portare via anche quel poco che avevano e cioè la loro casa. Messo alle strette per risolvere in modo pacifico questa lotta non trova altro mezzo che allestire un altare e celebrare la messa con il popolo ed i soldati che avevano l’ordine di distruggere tutto, ma di fronte a questo gesto tutti i poliziotti se ne vanno pacificamente. Lui tranquillamente stava mangiando quando dalla radio apprende la notizia sconvolgente per la chiesa cattolica delle dimissioni di papa Ratzinger e che porta tutti i vescovi ed i cardinali a riunirsi a Roma per il Conclave dal quale doveva uscire il nome del nuovo papa. E con sua grande sorpresa il nome che uscirà sarà proprio il suo. Mentre in Argentina tutti i suoi amici che aspettano la notizia davanti alla TV Ed esultano di gioia alla nomina, tranne lui che probabilmente non si aspettava questo e immagina i problemi che avrebbe incontrato in quel mondo pieno di valori opposti ai suoi. Parte per Roma e durante il viaggio ricorda il suo passato e si pone un’importante domanda che cosa ci faccio qui? E da qui il ricordo della vita vissuta in Argentina. Tutto il film è permeato da un concetto non espresso apertamente, ma implicito e chiaro nelle scelte del gesuita Francesco. E cioè la sua fede in un Dio che può essere quasi una guida per la propria vita che ti porta a fare scelte molto particolari e magari anche strane.
Bergoglio ha sempre dedicato grande attenzione alle persone che vivono ai margini della società, tanto da affermare che il potere del papa deve essere il servizio specie ai più poveri, deboli e ai più piccoli. In quest’ottica desidera una chiesa di prossimità, vicina all’ umanità e alle sue sofferenze.
Paola e Loretta
0 commenti