RECENSIONE DEL FILM: “La Pazza Gioia”
GENERE: Drammatico
TRAMA: Il film e’ ambientato in una comunità terapeutica per pazienti psichiatrici, chiamata Villa Biondi, che accoglie persone con disturbi mentali e/o socialmente pericolose in attesa di giudizio. Qui troviamo Beatrice, una donna di circa 50 anni che ama i vestiti molto eleganti e firmati, una ricca signora che da consigli alle coinquiline ma senza riuscire a legare veramente con nessuna.
Poi arriva Donatella, una ragazza fragile con problemi di tossicodipendenza, accolta da Beatrice, che si spaccia per la psicologa della struttura. Da qui nasce subito un’empatia/simpatia particolare; entrambe hanno forte il desiderio comune di scappare, anche se per motivi diversi.
Cosi’ quando si trovano a lavorare insieme fuori da quella struttura, colgono l’occasione per fuggire con il primo mezzo di fortuna che trovano, andando ognuna alla ricerca della propria felicita.’
Da qui iniziano una serie di avventure; vanno in un centro commerciale, dove chiedono un passaggio ad un uomo che vagamente ricorda di aver già visto una delle due donne.
Lui le porta a mangiare in un ristorante vicino alla discoteca dove Donatella aveva lavorato, non capendo bene quello che stava succedendo. Riescono a rubargli l’auto e attraverso queste peripezie il loro rapporto si trasforma in un’amicizia profonda dove ognuna diventa complice dell’altra, nel senso che ognuna si appoggia all’altra trovando quello di cui ha bisogno. Mentre e’ in discoteca Donatella rivive il suo passato e litiga con il suo ex datore di lavoro, nonché padre del bambino che i sevizi sociali le hanno tolto.
Fuori dalla discoteca intanto il proprietario dell’auto le trova e se la riprende. Vengono percio’ chiamati i carabinieri, ma durante la fuga Donatella viene investita da un’auto e quindi ricoverata in ospedale. Qui arrivano sia gli operatori della struttura, sia il padre di Donatella. Nel frattempo Beatrice, che è riuscita a scappare, cerca di aiutare l’amica, scoprendo la ragione del suo malessere : il figlio che le e’ stato tolto parecchi anni prima, dopo che lei aveva cercato di rapirlo tentando il suicidio con lui.
Riesce anche a rintracciare la famiglia affidataria del figlio di Donatella e tenta di vedere se ci puo’ essere una possibilita’ di riavvicinamento. Intanto Donatella è scappata dall’ospedale e disorientata e disperata va al mare, e mentre si immerge probabilmente con l’intenzione di farla finita, riconosce il figlio al quale promette che si incontreranno ancora quando sara’ finalmente guarita. Facendo questa promessa, Donatella riconosce di aver bisogno di aiuto e decide di tornare a Villa Biondi, dove Beatrice la sta aspettando.
COMMENTO: Questo film offre l’occasione di riflettere su temi quali, amicizia, felicita’normalità
L’amicizia tra queste due donne sole e’ stata un vero e proprio stimolo di crescita per entrambe, tanto da diventare l’una il punto di riferimento affettivo dell’altra. Ogni persona e’ in realta’ alla ricerca di una propria felicita’, e anche la pazzia puo’ essere una modalita’ per raggiungerla. La pazzia poi non e’ detto che sia sempre solo quella che troviamo scritta in un certificato medico. E non e’ poi detto che il concetto di normalita’ sia poi cosi’ definitivo e ovvio.
VALUTAZIONE: ottima
A CHI LO CONSIGLIAMO: A tutti coloro che pensano di essere completamente “normali”.
PERCHE’: Perchè la linea di demarcazione tra la follia e la realtà è molto sottile e può riguardare tutti noi, soprattutto se la nostra vita viene sconvolta da eventi tanto dolorosi da farci “impazzire”.
Loretta e Paola
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